SCOMPARSI I GIUDIZI DESCRITTIVI “PERSONALIZZATI”

Prendo atto che i voti, così come i giudizi descrittivi finora utilizzati, vengono abbandonati. A una rosa di possibilità descrittive, in forma numerica o linguistica poco importa, corrispondente alle diverse e sfaccettate performance degli alunni, viene sostituito un ristretto ventaglio di descrittori – appena 4 – che dovrebbero rispecchiarne e illustrarne le diverse peculiarità.

Stupisce la totale assenza di motivazioni pedagogiche e didattiche a supporto di tale scelta. Viene fatto semplicemente riferimento all’accomunare competenze e obiettivi di apprendimento e all’efficacia e trasparenza comunicativa.

Sulla Valutazione sono stati spesi fiumi d’inchiostro da Vertecchi in avanti, tanto per citare qualcuno; stupisce il disimpegno da parte del Ministero di una qualsivoglia implicazione e riferimento didattico-pedagogico a sostegno di tale indicazione.

QUALE “TRASPARENZA COMUNICATIVA”?

Quanto alla “trasparenza comunicativa”, riporto a titolo d’esempio la descrizione del livello cosiddetto “Intermedio”, sicuramente quello che toccherà il maggior numero di alunni:

“Intermedio: L’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note, utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.”

Che cosa comprenderà di tutto ciò l’alunno? Che cosa comprenderanno le famiglie? È davvero tutto qui ciò che sta dietro un processo valutativo?

Tutta la ricchezza della letteratura pedagogica che ha contraddistinto la Scuola Italiana dov’è finita?

L’ENNESIMO “COLPO DI PICCONE” ALLA SCUOLA

Questo mi pare l’ennesimo colpo di piccone a quel che ancora rimane di un’esperienza scolastica che era un’eccellenza nel mondo e che, riforma dopo riforma, da qualche tempo a questa parte si sta trasformando in un moncherino.

Perché questo impoverimento culturale ed educativo?

La lungimiranza e la profondità pedagogica e didattica che sottende questo provvedimento fa il paio con quello che ha portato ai banchi a rotelle

Provvedimenti troppo superficiali per non ritenerli anche colpevoli.

COLLEGI DOCENTI: MERI ESECUTORI DI DECISIONI PRESE DALL’ALTO 

Triste da parte del Ministero anche la considerazione dei Collegi Docenti che, da luoghi di incontro e a volte di scontro – ma comunque di dibattito e confronto tra professionalità e idealità – sono passati a semplici ratificatori di decisioni prese dall’alto e infine a meri esecutori di quelli che appaiono più come “ordini” che come “indicazioni”.

Ci sono stati anni in cui i Collegi si ponevano come attivi interlocutori, votavano mozioni, facevano attività a volte addirittura in aperto contrasto con le richieste governative. Erano luoghi di dibattito, a volte dai toni fin troppo accesi, ma comunque luoghi di confronto. Ora non è più così.

Ci viene semplicemente detto di applicare decisioni calate dall’alto; decisioni di chi nulla o quasi nulla sa del nostro lavoro, di chi siano i bambini e di che cosa significhi accompagnarne la crescita umana e culturale.

VERSO LA TRASPARENZA COMUNICATIVA TRA SCUOLA E FAMIGLIE

Nel documento del Ministero viene esplicitamente detto che tali indicazioni si applicheranno in modo progressivo nell’arco del biennio 2020/22. Credo che il buon senso possa portare ad accogliere questo suggerimento, prendendo il tempo necessario per ulteriori riflessioni a riguardo.

Da parte mia – e invito chi tra i colleghi si sentirà di condividere – mi impegnerò a fornire alle famiglie, nell’ambito della libertà d’insegnamento, accanto agli scarni e pallidi descrittori indicati, spiegazioni anche scritte del percorso di apprendimento dei bambini, delle loro modalità e dei traguardi da loro toccati, per una maggior trasparenza e per la reale condivisione del processo educativo tra scuola e famiglia.

Anna Maria Gerli

Insegnante a San Mauro Torinese