Cari genitori
vi scrivo questa lettera perchè desidero e sento il bisogno di condividere con voi alcune mie riflessioni in merito alla cosiddetta didattica digitale.
In una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, qualsiasi azione degli insegnanti volta a mantenere vivi i contatti con i bambini e le bambine delle proprie classi e viceversa penso sia un fatto naturale, umano, e pertanto necessario.
Esso risponde al bisogno di colmare il vuoto, l’improvvisa mancanza della comunità relazionale, formativa, educativa e affettiva entro la quale – ognuno con le proprie competenze, ruoli e sensibilità – bambini, bambine e adulti si riconoscono.
Personalmente mi sono mancati tutti i momenti trascorsi a scuola: il saluto all’ingresso, la chiacchierata informale, l’ascolto, la lezione con le sue scansioni, l’attenzione, le richieste di aiuto, il chiasso, i canti insieme, il riso dei bambini ma anche le piccole scaramucce da dirimere, gli incoraggiamenti reciproci, i dibattiti, la condivisione e, non ultimi, gli abbracci…
Sono consapevole che nella stessa misura, i medesimi momenti e tanti altri, legati alla vita scolastica, sono venuti a mancare anche alle bambine e ai bambini della classe.
E’ per queste ragioni che ritengo indispensabile, per quanto possibile e con tutti i limiti del caso, lavorare e adoperarsi affinchè il filo, la trama attraverso la quale si dà un senso, si gettano le fondamenta e si costruisce un gruppo classe coeso e motivato all’apprendimento non si spezzi né si sfilacci.
In quest’ottica, la didattica a distanza, a dispetto del termine, rappresenta al momento l’unica modalità per far sentire ai bambini che non sono soli, che le/gli insegnanti sono vicini a loro, che la comunicazione non si interrompe e che, come ribadivo nel video centrato sulla parola “straordinario”, lo studio e l’impegno, svolto il più possibile in autonomia, rappresentano l’argine principale contro la paura, l’ansia, l’assenza di socialità con i compagni e la gestione del tempo a disposizione.
Sono però convinta allo stesso tempo che la didattica a distanza, per quanto importante, non sia in grado di trasferire davanti a uno schermo le attività “sospese”, per le stesse ragioni a cui accennavo prima e che brevemente riassumerei in questo modo: la presenza in classe è un universo in cui il sapere si costruisce insieme giorno per giorno all’interno di uno scambio umano reale; la didattica in presenza è costruita su processi collettivi e sulla relazione tra pari e con gli/le insegnanti.
Nessuna piattaforma e nessuna attività a distanza, potrà mai garantire una valida, seria ed efficace didattica in presenza; stesso discorso, per quanto mi riguarda, vale anche per la valutazione degli apprendimenti. La verifica delle competenze e l’accertamento dell’avvenuto raggiungimento degli obiettivi possono ritenersi validi solo se effettuati in classe e in presenza dei docenti.
Mi sento di aggiungere a questa analisi le problematiche sulla carenza delle infrastrutture informatiche che riguarda molte realtà del nostro Paese e che rischia di accrescere le diseguaglianze in una situazione in cui l’accesso alle conoscenze è strettamente connesso alla fruibiltà della rete, oltre alle condizioni di contesto familiare che non sempre consentono lo studio individuale.
La natura inclusiva della comunità scolastica e la mia personale responsabilità professionale non permettono di lasciare indietro nessuno.
Se a tutto questo aggiungiamo anche la mancanza di certezze sulla sicurezza relativa all’immissione dei dati personali dei bambini nelle piattaforme web, gestite esclusivamente da privati, il quadro complessivo risulta ancora più critico.
Senza considerare i rischi di saturazione da connessione che in questi giorni in cui si è costretti a casa sono più che reali.
Ma a proposito di responsabilità, in queste settimane voi genitori state dimostrando inequivocabilmente di possederne in quantità più che notevole, (se mai ci fosse stato qualche dubbio in proposito) assieme alla capacità di reinventarvi nel ruolo di formatori-insegnanti.
Da ogni esperienza, per quanto negativa o spiacevole si possono trarre degli insegnamenti; da questa sto imparando e rafforzando il principio, già mio, che la collaborazione e la cooperazione scuola-famiglia stanno a fondamento di ogni relazione e azione istruttivo-educativa.
Al centro del nostro operato, il soggetto del nostro comune obiettivo è infatti il bambino, la sua serenità e la sua curiosità verso ciò che lo circonda. I processi formativi prevedono la cooperazione ma in queste settimane è evidente che il vostro ruolo è stato più incisivo e preponderante.
Se dovessi elaborare una valutazione in questo momento, l’unica che mi sentirei in grado di esprimere è quella sui livelli di impegno che vi state assumendo insieme ai vostri ragazzi. Il mio voto per voi è ottimo! Complimenti! Tutti promossi a pieni voti.
Quando tutto questo passerà e torneremo alla normalità, avremo il tempo sufficiente per recuperare gli argomenti disciplinari che non sono stati fatti nelle settimane precedenti; ci sarà tutto il tempo. Se non sarà possibile quest’anno scolastico, lo faremo con tutta calma l’anno che verrà; magari tutti con una maggiore consapevolezza della centralità della scuola per il futuro delle nuove generazioni ma anche con una altrettanta consapevolezza dell’importante ruolo della famiglia nei processi di apprendimento. In questi giorni ne abbiamo avuto una evidente conferma e di ciò vi ringrazio anche a nome di tutti i bambini e le bambine della classe.
Grazie a questa esperienza, ne sono convinta, cresceremo un po’ tutti: i bambini, voi e noi insegnanti.

Con stima e affetto

Maestra Pina Melis
Spedisci anche tu, sotto forma di lettera aperta all’indirizzo tutela.scuola@lascuolacheaccoglie.org, le tue esperienze sulla “didattica dell’emergenza” a distanza! Le pubblicheremo in home page sul nostro sito e nella nostra rubrica IL CORAGGIO DI TUTELARE LA SCUOLA E LA FAMIGLIA