Al Ministro dell’istruzione
Dott.ssa Lucia Azzolina
Al Direttore Generale Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna
Dott. Stefano Versari
Al Dirigente Ufficio VIII – Ambito territoriale di Modena
Dott.ssa Silvia Menabue
Gentilissimi,
il particolare e inaspettato momento storico ha costretto ciascuno di noi a ripensare e reinventare il proprio modo di fare scuola attraverso il massiccio impiego della tecnologia, tra numerose difficoltà e qualche soddisfazione.
E’ stato doveroso mettere in campo tutte le risorse individuali e collettive disponibili, per essere vicini ai nostri studenti, alle loro famiglie, continuando a garantire un servizio ma soprattutto un diritto costituzionale.
Nonostante lo sforzo messo in campo da ciascuno, la didattica a distanza, seppur necessaria in fase emergenziale, ha evidenziato i suoi limiti, non solo in termini di disuguaglianze create dalla disparità di mezzi e capacità, ma soprattutto relativi alla mancanza della componente umana, che è ciò su cui si fonda il patto educativo tra docente e discente; la Dad non è garanzia di apprendimento e lascia soli i ragazzi all’interno delle loro case e dei loro pensieri, creando barriere di isolamento personale che la tecnologia non può abbattere. Non è possibile elevare al rango di istituzione scolastica ciò che dovrebbe essere solo uno strumento a supporto della didattica.
Si profilano già possibili scenari per garantire la ripresa delle lezioni in presenza, per ogni ordine e grado di scuola. Sono state avanzate proposte da tecnici competenti in materia, quali epidemiologi e ingegneri dell’emergenza. Riteniamo quindi doveroso e opportuno sottolineare come la Dad sia stata uno strumento valido (anche se non sempre efficace) a cui affidarsi, che va però considerato uno strumento da utilizzare solo in caso di emergenza, a breve termine e che non può diventare una soluzione a lungo termine.
Auspichiamo, quindi, che siano impegnate tutte le risorse, umane ed economiche, necessarie a far ripartire stabilmente le lezioni in presenza, così che la scuola, insieme alle altre attività produttive, ritorni ad occupare il ruolo centrale che le spetta, quello di contribuire alla formazione di individui e cittadini consapevoli, che possano cooperare, solidalmente, nella costruzione della futura società della quale saranno i protagonisti.
Dal punto di vista didattico, questa è, inoltre, un’ottima occasione per ripartire dalla libertà di insegnamento e dall’autonomia scolastica, per costruire concretamente la nuova scuola, quella che ogni docente sogna costantemente.
Dovremmo ripartire adottando le migliori soluzioni concrete per rientrare in presenza e per dedicarci finalmente, ma con spirito rinnovato, alla letteratura, all’arte, alla scienza, alla filosofia, alla matematica, insomma a tutto ciò che rende un essere vivente un essere umano.
Trenta docenti di una scuola secondaria di secondo grado
della provincia di Modena