12 aprile 2020
Sono un’insegnante di scuola primaria, esasperata da questa “didattica dell’emergenza” a distanza che viene seguita  dai bambini supportati da buone famiglie, buone connessioni e strumentazioni, ma che esclude i bimbi più fragili e in difficoltà che prima trovavano nella scuola in presenza una forma di riscatto.
È diventata anche una gara tra docenti, dove l’insegnante peggiore ma dotato di buone capacità tecnologiche è diventato una superstar, mentre l’insegnante che prima in classe dava l’anima per i suoi bambini, anche se poco dotato a livello informatico, ora annaspa sentendosi incapace…
Io dico no alla “didattica a distanza”… Si trovino altre soluzioni!
Giovanna
Sono mamma di una bambina di 6 anni e come primo anno di elementari diciamo che non è stata purtroppo una bella esperienza. Questa “pezza” della “didattica dell’emergenza” a distanza può servire momentaneamente, ma non dovrebbe per nessun motivo essere sostituita in futuro a una modalità in presenza.
Il timore che nasce da mamma è che in questo scenario che si sta pian piano delineando ci venga tolta l’ennesima libertà… e che i nostri figli siano costretti a non avere più una vita sociale, diventando così schiavi della rete e della tecnologia, per vedersi togliere ogni tipo di affetto e di relazione esterna.
I bambini stanno tremendamente soffrendo! …Parlano con i palloni attribuendo loro dei nomi perché non hanno più una vita sociale.
Non permettiamo che in futuro venga tolto il loro diritto a frequentare una scuola vera, non virtuale, piena di compagni, di comunione… e di tutto ciò che è normale!
Elena
Spedisci anche tu, sotto forma di lettera aperta all’indirizzo tutela.scuola@lascuolacheaccoglie.org, le tue esperienze sulla “didattica dell’emergenza” a distanza e le soluzioni “che funzionano” – anche se non ottimali – che temporaneamente sono state adottate! Le pubblicheremo in home page sul nostro sito e nella sezione IL CORAGGIO DI TUTELARE LA SCUOLA