27 marzo 2020
Ieri e oggi.
Dopo che ieri ho dovuto chiudere le ali e dedicare tre ore a scrivere sterili e-mail a genitori, docenti e preside, un pensiero mi persegue ininterrottamente, tra corse nel mio parco, la spesa e le pulizie che oggi mi sono dovuta decidere a fare. Per ridurre al minimo anche le pulizie, ho lasciato scarpe all’ingresso e ho evitato di sporcare, perché il tempo sembra ancor meno di prima, soprattutto il tempo per me stessa e per quello che amo veramente fare.
Dunque torno al mio pensiero. Dopo aver rifiutato chiamate Skipe con il dirigente ed essere uscita da tutti i gruppi WhatsApp scolastici, per difendere ad ogni costo la mia privacy, la mia libertà, il mio dolore profondo per chi sta soffrendo e lottando per vivere, dopo tutto questo sono stata costretta a scrivere a colleghi e genitori per fare il punto della situazione su questa didattica digitale e fare poi una sintesi per il dirigente. Ecco la mia riflessione profonda che vorrei diventasse una petizione per M.I.U.R., genitori, docenti, alunni e tutti.
In un momento così difficile, quando la natura ci sta dando un’ultima opportunità per salvare noi e tutti gli altri esseri viventi, ci sta dando un’ultima possibilità di riflessione profonda sul fatto che dobbiamo cambiare noi stessi, capire che non siamo padroni del mondo ma anelli di una catena complessa che abbiamo spezzato.
In un momento così dobbiamo impiegare studi, forze e tutto quello che ci resta per salvare l’ambiente e di conseguenza noi stessi. Dobbiamo avere il tempo di farci attraversare dal dolore profondo per le migliaia di persone che stanno soffrendo e perdendo la vita, per i loro cari che non possono neppure dare un ultimo abbraccio e posare un fiore.
In questo momento il M.I.U.R. si preoccupa di inviare materiale informatico per la didattica a distanza? In questo momento il nostro stress come docenti, quello dei genitori e dei nostri ragazzi viene portato allo stremo, per far funzionare una didattica che non potrà mai funzionare, perché priva di umanità, di calore, di abbracci, di sorrisi, di ramanzine e di richieste di perdoni, di racconti – nel mio caso di avventure e disavventure di viaggi – di film, spettacoli teatrali, di consigli musicali, di racconti di arte che ogni weekend nutrivano il mio animo e trasferivo a loro.
La loro attesa e i loro abbracci al mio rientro dai viaggi lontani mi rendeva il ritorno meno duro. Il mio incentivo a studiare e ad essere curiosi per migliorare il mondo ed essere cittadini consapevoli. La loro ricerca di amore, di sguardi di intesa, di comprensione per drammi interiori e familiari che li hanno feriti per sempre e che ora saranno ancor più difficili da sopportare.
Allora io credo che dobbiamo smettere con questa falsa didattica a distanza, sterile e inutile, con correzioni di compiti che a casa potrebbe fare chiunque, con isteria di colleghi e dirigenti che si sentono in dovere di giustificare ad ogni costo lo stipendio che continuiamo a percepire.
La mia proposta è di lasciare tutti noi, genitori e alunni, a riflettere sui cambiamenti che siamo costretti a fare. Rendere le giornate più leggere, visto il numero crescente di morti e il dolore che inevitabilmente ci travolge, darci la possibilità di dedicarci a letture, film, spettacoli teatrali online, ascolto di musica, visione di musei e arte che tutto il mondo sta mettendo a disposizione gratuitamente.
Ai genitori l’appello di buttare per sempre videogiochi, playstation e tutto quello che rende i ragazzi disumani.
Al M.I.U.R. la richiesta di selezionare e inviare libri a ogni famiglia, invece che webcam e strumenti elettronici che già hanno rovinato sufficientemente i nostri ragazzi.

A noi docenti i consigli di letture, film, video di arte, ascolti musicali, sport praticabili a casa e di tutto quello che amiamo veramente.

Gli esami?
Ogni studente delle scuole secondarie di I e II grado potrebbe scrivere un piccolo diario su questo periodo che è arrivato, forse, per farci compiere una svolta che altrimenti non avremmo mai nemmeno iniziato.
Sarebbe una possibilità, per i ragazzi, di ascoltarsi e di scrivere parole profonde.
Prof.ssa Marina Bozzuto